La parvovirosi suina è una malattia esclusivamente riproduttiva, che si verifica quando il parvovirus suino infetta le scrofe gravide senza immunità protettiva contro questa infezione. L'infezione non produce sintomi nelle scrofe riproduttrici colpite, ma il virus attraversa la barriera placentare e colpisce la loro progenie.
I disturbi riproduttivi causati da questa malattia dipendono dalla fase di gestazione in cui si verifica l'infezione. Se gli embrioni vengono infettati prima del 35° giorno di gestazione, si verificheranno mortalità e riassorbimenti embrionali. Tra i giorni 35 e 70 di gestazione si verificano la morte del feto e la mummificazione. Dopo 70 giorni il feto è immunocompetente e sopravvive all’infezione.
Esiste un’ampia gamma di vaccini commerciali contro questa malattia. La differenza principale sta nel fatto che si tratti di vaccini combinati o meno, anche se possiamo trovare altre distinzioni secondo quanto specificato nella scheda tecnica.
Tipo |
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Tutti i vaccini commerciali autorizzati in Spagna contro il parvovirus suino sono basati su virus inattivato. Non ci sono differenze nemmeno per quanto riguarda la via di somministrazione, in questo caso tutte sono per via intramuscolare. |
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Soggetti a cui destinare |
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La vaccinazione contro il parvovirus si applica alle scrofe riproduttrici, scrofette, scrofe, secondo le diverse schede tecniche. Solo alcune opzioni commerciali ne specificano l'uso nei verri. |
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Indicazioni d'uso |
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Come accennato, la parvovirosi suina è una malattia esclusivamente riproduttiva ed è per questo che i vaccini specificano indicazioni d'uso come: "Per l'immunizzazione attiva delle scrofe per proteggere la prole contro l'infezione transplacentare causata dal parvovirus suino", "per la protezione dei loro embrioni e feti contro l'infezione da parvovirus suino" o simili. |
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Posologia |
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Una particolarità dell'infezione da parvovirus suino è che l'immunità materna a questo virus è di lunga durata, motivo per cui i diversi vaccini contengono indicazioni per la vaccinazione primaria del tipo "Suini a partire dai 6 mesi di età che non sono stati precedentemente vaccinati devono ricevere 2 dosi separate con un intervallo di 3-4 settimane. La seconda dose deve essere somministrata 3-4 settimane prima della copertura." In un caso specifico, l'età minima per la vaccinazione è a partire da 5 mesi. Per quanto riguarda la rivaccinazione, le raccomandazioni sono sempre circa 2-4 settimane prima della successiva copertura. In un solo caso si raccomanda nella scheda tecnica un programma vaccinale a tappetto per l'intero allevamento. |
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Inizio e durata dell'immunità |
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L'immunità si verifica 3 settimane dopo la seconda dose della vaccinazione primaria o dopo la rivaccinazione. La durata dell'immunità è specificata in 5, 6 mesi o durante tutta la gravidanza nelle diverse opzioni. |
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Combinati |
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Esistono vaccini che proteggono esclusivamente dal parvovirus suino, ma l'uso di vaccini combinati è molto comune, soprattutto per il parvovirus ed il Mal Rosso. Esiste anche un vaccino commerciale che offre una tripla vaccinazione contro il parvovirus, E. rhusiopathiae (Mal Rosso) e alcuni sierotipi di leptospira, nonché un altro che combina parvovirus, E. rhusiopathiae (Mal Rosso) e il vaccino d'Aujeszky inattivato. Commento anche che esistono vaccini che, secondo la scheda tecnica, ne consentono l'uso in combinazione con alcuni vaccini vivi contro la PRRS. |
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Uso in gestazione e lattazione |
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Sebbene, come accennato, la raccomandazione abituale sia la vaccinazione prima della copertura, la maggior parte dei vaccini ne consente l’uso sia durante la gravidanza che durante la lattazione. Tuttavia, una delle opzioni non ne consente l’uso durante la gravidanza e un’altra specifica “evitare la vaccinazione 3 settimane dopo la copertura”. |
La vaccinazione contro il parvovirus suino è ampiamente diffusa nel settore dei suini e la sua adeguata applicazione protegge ampiamente dai problemi riproduttivi descritti.
Redazione 333