Articolo
Measuring Progress on the Control of Porcine Reproductive and Respiratory Syndrome (PRRS) at a Regional Level: The Minnesota N212 Regional Control Project (Rcp) as a Working Example. PLoS ONE 11(2): e0149498. Valdes-Donoso P, Jarvis LS, Wright D, Alvarez J, Perez AM (2016)
Cosa si studia?
Questo studio stabilisce un'approssimazione sistematica per la quantificazione dei risultati dei programmi regionali di controllo (RCP-Regional Control Programs) della PRRS.
Come si studia?
Sono stati raccolti dati di allevamenti di suini in un area definita tra luglio 2012 e giugno 2015 di un RCP nel Minesota (RCP-N212). Utilizzando modelli statistici, è stata valutata la partecipazione attiva degli allevamenti coinvolti, definita come: accettazione nel condividere ( o nel non condividere) lo status PRRS, usato come misuratore, assieme ad altre variabili, per analizzare la tendenza della PRRS a lungo termine. Inoltre, sono stati analizzati standards spaziali e temporali della partecipazione degli allevatori e la dinamica della malattia.
I dati di RCP-N212 contenevano informazioni a livello di allevamento che includevano la localizzazione geografica, il giorno in cui l'allevamento iniziò a partecipare al RCP-N212, il tipo d'allevamento e lo status vs la PRRS.
Quali sono i risultati?
Durante l'indagine c'è stato un aumento significativo della tendenza degli allevatori sulla questione della partecipazione e condivisione delle informazioni. Le scrofaie erano più propense a condividere informazioni, mentre gli allevatori senza scrofe erano meno recettivi ad informare sulle "rotture".
Gli episodi di PRRS si raggrupparono temporalmente. L'episodio iniziale di PRRS in una regione aumenta l'eliminazione del virus, il che comporta la diffusione della malattia. Allo stesso tempo, porta ad un maggior controllo della malattia, che a sua volta, riduce l'eliminazione e la diffusione del virus.
Durante il periodo studiato, i casi di PRRS si ridussero significativamente, mostrando una correlazione negativa tra il grado di partecipazione allo studio e la comparsa di PRRS, oltre ad una correlazione positiva con la densità degli allevamenti in una provincia.
I risultati dello studio rivelano che, quanto maggiore è la densità degli allevamenti medi e grandi in una provincia, maggiore è la possibilità di comparsa di PRRS.
Questo risultato suggerisce che la diffusione della malattia è positivamente correlata con la densità degli allevamenti e/o con il numero di suini.
Sono state rilevate correlazioni positive di casi all'interno di un raggio di 3 km e in periodi non superiori a 3 settimane, il che concorda con studi precedenti che descrivono un raggio di 3km di rischio attorno agli allevamenti infetti.
Quali sono le conclusioni di questo lavoro?
E' importante comprendere i meccanismi che permettono la diffusione del virus, la malattia ed inoltre che in zone ad alta densità suinicola con allevamenti medi o grandi è possibile l'infezione, sopratutto nel raggio di 3 km da un allevamento infetto.
Questo deve essere tenuto in considerazione al momento di decidere quale obiettivo porsi per un'area determinata nei confronti della PRRS: eliminazione o controllo?
Il fatto che gli allevamenti negativi per la PRRS, o allevamenti con PRRS controllata siano più predisposti a condividere informazioni e che gli allevamenti senza scrofe siano meno collaborativi, è una sfida importante in un progetto regionale. Dovuto al fatto che gli allevamenti senza scrofe spesso hanno un numero importante di suini, gruppi di soggetti ad un'età in cui è più probabile che ci sia replicazione virale, è di fondamentale importanza per i progetti, che questi allevamenti condividano le loro informazioni.
Agli allevamenti di scrofe negative interessa in particolar modo l'adesione di questi allevamenti senza scrofe ai progetti regionali di controllo e che facciano parte di questo sforzo con l'obiettivo di evitare "rotture".
La visione di campo di Enric Marco I piani di controllo regionale della PRRS sono stati presentati come uno degli strumenti necessari per raggiungere il controllo dell'infezione in zone con elevata densità suinicola. Evidentemente e dal punto di vista teorico, niente nega che sia così. Tuttavia, in pratica, i risultati ottenuti non sempre sono entusiasmanti. Uno dei primi problemi che dobbiamo affrontare è quello di precisare qual'è l'obiettivo del piano. All'inizio, si parlava di piani regionali di eliminazione della PRRS e successivamente la parola "eliminazione" fu sostituita con "controllo" , molto meno ambiziosa e possibilmente più realistica. Infatti, tutti quelli che hanno fatto parte di uno di questi piani, si sentono più in una situazione confortevole quando si usa questo termine di "controllo". Ma, in verità, cosa vuol dire davvero? Cosa si desidera con questo controllo? Controllare una malattia non è solamente accumulare informazioni, ma raggiungere una situazione in cui gli episodi si riducano. Tutti i piani di controllo della PRRS, eccetto per quanto riguarda la condivisione delle informazioni sugli episodi che accadono in un determinato territorio, condividono anche informazioni con riferimento allo stato sanitario dei vari allevamenti, con l'unico obiettivo di misurare la loro evoluzione. Ma...............come misurare questa evoluzione? Questo è il dubbio che preoccupa molti dei coordinatori che si trovano coinvolti in questi programmi. L'articolo è molto interessante dato che se non altro, stabilisce un metodo per misurare l'evoluzione di un programma in un determinato territorio, nonostante tutte le limitazioni che ci presenta la cruda realtà (mancanza di informazioni di alcuni allevamenti coinvolti). Il miglioramento non esiste se non è possibile misurarlo. Dello studio realizzato, si possono trarre anche conclusioni che sono molto valide di come raggiungere il successo. La PRRS preoccupa in particolar modo gli allevamenti da riproduzione, a cauda dell'importante impatto economico che la malattia determina. Di norma sono gli allevatori ed i veterinari delle scrofaie i principali propulsori di questi tipi di programmi, cercando in questi programmi una sicurezza che possa ridurre il proprio rischio di infezione, mantenendo la fattibilità economica. Tuttavia, senza la partecipazione attiva di tutti gli allevamenti nella zona, il progresso sarà minimo o nullo. Quando si parla di malattie causate da virus, poter limitare l'amplificazione è uno degli elementi chiavi per ridurre la diffusione ed in definitiva controllare l'infezione. In questi programmi o piani, gli allevamenti che contengono suini in fasi di accrescimento guadagnano importanza, per essere, proprio questi, i responsabili del mantenimento di cariche virali elevate in una determinata zona. E' una buona ragione per includerli nei programmi con condivisione delle informazioni come tutti gli altri allevamenti coinvolti. |