Abbiamo alla nostra portata più informazioni che mai (Google elabora oltre 20 petabytes al giorno), tuttavia questa abbondanza non garantisce risposte adeguate. Avere le informazioni ideali al momento giusto è quando si è capaci di incrociare dati che apparentemente pare non abbiano una correlazione tra di loro.
Però, come si possono trarre vantaggi nell'usare le informazioni? Un report recentemente pubblicato nel 2011 da ‘The Economist Intelligence Unit’ e basato su 602 indagini su managers di differenti livelli di differenti aziende in tutto il mondo ci dà qualche traccia; la maggior parte delle aziende pensa uguale: per avere un vantaggio competitivo dobbiamo avere le migliori informazioni disponibili, saperle interpretare e condividerle con il gruppo in modo facile ed assimilabile. In pratica però, sono molto poche le aziende in grado di mettere in campo questo concetto, il risultato è che si ha un'enorme quantità di informazioni che rimangono senza essere usate; ossia solamente il 17% delle aziende utilizzano oltre il 75% delle informazioni raccolte e solo il 27% credono di utilizzarle al meglio rispetto ai propri competitors. Per cui, la situazione più comune è che le aziende "nuotano" nei dati senza utilizzarli.
Tra i fattori che contribuiscono a questa situazione ci sono la cattiva organizzazione, mancanza di comunicazioni e di politiche di sicurezza troppo restritive. In generale le grandi aziende tendono ad appoggiarsi di più sulle informazioni interne, mentre aziende più piccole tendono ad appoggiarsi su informazioni esterne o di mercato. In qualsiasi caso i tre attributi principali che i managers di queste indagini pretendevano dall'informazione era la precisione, la validità e l'approfondimento. E' sorprendente che il livello dei dettagli (l'approfondimento), sia citato al terzo posto, ma se si pensa che il processo di presa di decisioni è sempre legato a rischi, dovuto ai cambi frequenti delle circonstanze, molte volte è meglio prendere una decisione veloce basata sulle informazioni disponibili piuttosto che aspettare ad avere tutte le informazioni che vorremmo avere ( il che viene denominata "logica diffusa").
La maggior parte di queste situazioni possono essere applicate all'allevamento suinicolo. Molte aziende hanno come base di gestione programmi di softwares specifici ( da semplici sistemi operativi locali a sistemi di filiera più complessi e conosciuti) e incluso fogli Excel di varia complessità. Molto frequentemente il processo non è agile, gli indicatori chiave non sono definiti e le priorità non sono chiare, in altre parole, si raccolgono una montagna di dati (oppure a volte solo alcuni...) che sono elaborati dai programmi o fogli Excel, generando liste di lavori e report routinari più o meno dettagliati. Solo in presenza di un problema o di un sospetto di problema, si inizia a volere comprendere l'influenza di più fattori (numero di parti, lotto, stagionalità, strutture) sia per le scrofe che per i suinetti o suini da ingrasso. Di fatto diventa interessante - e contraddittorio - il "tanto" che ci si dedica ad annotare e a cercare di comprendere il problema ed il "tanto poco" che si dedica alla "estrazione" di questi dati dalle annotazioni o registrazioni effettuate.
Finalmente, l'industria, in continua evoluzione, richiede nuovi indicatori che non siano ancora stati trattati routinariamente fino ad ora. In modo generale, quello che si ha sono le performance riproduttive delle scrofe e la produzione zootecnica dei suini in svezzamento ed in ingrasso. Esiste una necessità crescente di raccolta dei dati sanitari, incluse le scrofe in gestazione (% di zoppie e il tipo di zoppia per esempio...) e in lattazione (presenza di Agalassia o altro) e nei suini in svezzamento-ingrasso.
Per esempio, la prolificità sta migliorando notevolmente negli ultimi anni, influenzando il peso alla nascita (grafico 1) e l'omogeneità dei suinetti allo svezzamento. Questi animali che riescono ad essere svezzati ma con pesi e vitalità minori possono compromettere la mortalità in svezzamento.
Grafico 1. Esempio di distribuzione di pesi alla nascita in scrofe iperprolifiche
Se si ignora questo fattore possiamo confondere la radice del problema. Altro esempio può essere quello delle scrofe inviate al macello dovuto a zoppie: problema in crescita sopratutto dopo il passaggio ai gruppi con la legge del benessere, peggiorato dalla presenza di strutture o disegni degli ambienti non idonei. La causa generica dell'eliminazione per zoppia non è sufficientemente chiara per evidenziare la vera causa del problema, dato che ci sono più motivi che provocano la zoppia. Entrambi gli esempi devono essere adeguatamente risolti da programmi di gestione moderni ed efficienti.