Bologna, 15 febbraio 2018 - Nel corso del 2017 la Commissione europea ha avviato un Piano triennale volto a migliorare la reale implementazione della Direttiva suini negli allevamenti degli Stati membri. Di questo Piano fanno parte anche degli audit di verifica già condotti negli allevamenti in diversi Paesi europei, tra i quali anche l’Italia.
Un’iniziativa importante, peraltro già attuata anche in passato quando in presenza di casi non rispondenti a quanto previsto dalla normativa furono avviate le relative procedure di infrazione, che vede impegnati i rappresentanti della stessa Commissione e del ministero della Salute.
Sul tema del benessere animale Compassion in World Farming (Ciwf), principale organizzazione no profit internazionale che lavora esclusivamente per la protezione e il benessere degli animali allevati a scopo alimentare, sta portando avanti da sempre un impegno a 360 gradi.
Elisa Bianco, responsabile del settore alimentare di Ciwf in Italia, farà parte del gruppo di relatori che interverranno alla Giornata della Suinicoltura dal titolo “Benessere animale. Un’alleanza con il consumatore, una sfida per la competitività”, organizzata da Expo Consulting srl di Bologna e in programma presso il Centro congressi di Fico Eataly World (Bologna) il 28 febbraio 2018 a partire dalle ore 9.
- Dottoressa Bianco, secondo le vostre indagini cosa sa il consumatore di benessere animale, come lo interpreta e cosa si aspetta dal mondo produttivo?
“Rispetto a pochi anni fa la consapevolezza del consumatore sul benessere animale è notevolmente aumentata – risponde Elisa Bianco – in particolar modo, per il settore suino, riguardo le gabbie destinate alle scrofe e il taglio della coda dei suinetti. Una consapevolezza e una sensibilità che derivano in gran parte dalle informazioni acquisite dai fatti di cronaca. Il tema quindi è molto sentito dall’opinione pubblica e lo testimonia anche un sondaggio che pochi mesi fa Ciwf Italia ha commissionato a YouGov: la maggioranza degli intervistati ha infatti dichiarato di essere disposta a pagare fino al 10% in più per prodotti ottenuti da animali allevati con maggiore benessere. In questo contesto si inserisce a pieno titolo la questione della paglia come elemento fondamentale nel miglioramento del benessere animale per i suini. Infatti non solo nell’immaginario del consumatore il suo impiego in allevamento è visto come un fattore positivo, ma anche le ricerche e le sperimentazioni condotte in alcune porcilaie di scala commerciale con cui collaboriamo, hanno dimostrato che il materiale che meglio riesce a gestire il fenomeno della morsicatura della coda è proprio la paglia. Essa non rappresenta solo l’arricchimento che da solo è più in grado di soddisfare le esigenze dei suini, rispecchia anche le convinzioni dei consumatori”.
- Quali sono le iniziative e/o i progetti che Ciwf sta portando avanti sul benessere animale nel settore suinicolo oltre all’abolizione del taglio della coda?
“Per noi il tema delle gabbie per le scrofe, sia nella fase della gestazione che dell’allattamento, è prioritario perché non si può parlare di benessere animale senza affrontare questo nodo cruciale. Sicuramente si tratta di una questione che, per essere affrontata, richiede un atteggiamento di grande apertura mentale, privo di pregiudizi di qualsiasi natura, perché la soluzione da individuare, oltre a rispettare il benessere degli animali, deve soddisfare anche tutti gli attori della filiera a seconda del ruolo ricoperto da ognuno. Quello delle gabbie è un tema fondamentale per il benessere animale, a cui i consumatori sono estremamente sensibili, come sta dimostrando al momento attuale la filiera delle uova. Il confinamento in gabbia delle scrofe, se necessario, dovrebbe al più essere utilizzato solo per le poche ore in cui dura la procedura di fecondazione, dopodiché la scrofa deve essere rimessa subito in gruppo. Anche nella fase dell’allattamento riteniamo sia indispensabile abbandonare le gabbie e passare a sistemi liberi in recinti, dove scrofe e suinetti siano liberi di muoversi: le prime potrebbero così esprimere il comportamento legato alla costruzione del nido, gli allevatori potrebbero invece entrare e muoversi agevolmente per procedere alle operazioni di volta in volta necessarie come ad esempio le vaccinazioni”.
- Ritiene possibile la creazione di quella “alleanza” tra allevatori e consumatori basata proprio sul terreno condiviso del benessere animale?
“Nella maniera più assoluta – è la risposta decisa di Elisa Bianco – ritengo sia indispensabile e i risultati scaturiti dal sondaggio YouGov lo dimostrano. Oggi non è più sufficiente parlare all’opinione pubblica di benessere animale, bisogna presentare progetti concreti, realizzabili e comunicare gli effettivi miglioramenti fatti in allevamento per gli animali. Una strada forse in salita, ma l’unica effettivamente praticabile”.
Expoconsulting febbraio 2018