Bologna, 22 novembre 2018 – “Non esiste nessun vento favorevole per il capitano che non sa dove andare”. Alla Giornata della Suinicoltura, che si è tenuta ieri 21 novembre presso il Centro Congressi di Fico Eataly World di Bologna, Romano Marabelli, Consigliere del Direttore generale dell’OIE (Organizzazione mondiale della sanità animale), ha voluto introdurre il suo intervento con una citazione di Seneca che in questo momento, per il comparto suinicolo italiano, non poteva essere più azzeccata.
Il titolo dell’evento “Salute, benessere, obblighi normativi, redditività. La ricerca di un equilibrio quasi perfetto”, condotto e moderato da Loris Alborali Responsabile della sezione diagnostica dell’Izsler della Lombardia e dell’Emilia Romagna, condensava in effetti al suo interno tutti i temi di più stretta attualità e cogenza, al centro di un acceso dibattito tra gli operatori che come ha dimostrato la parte conclusiva del Convegno sembra ancora abbastanza lontano da una sintesi del tutto condivisa.
Una medaglia, quella della suinicoltura, a due facce contrapposte.
“La grande richiesta mondiale di alimenti proteici di origine animale che vede molti Paesi pronti a investire ingenti risorse economiche per favorire questo tipo di sviluppo deve essere vista come una grande opportunità per il comparto suinicolo nazionale – ha sottolineato Marabelli – in cui la figura del veterinario si inserisce con un ruolo centrale. Dall’altro lato dobbiamo fare i conti con un’emergenza sanitaria, rappresentata dalla progressione della Peste suina africana, che si sta manifestando in tutta la sua criticità: un contesto complesso, in cui le regole da rispettare sono importanti”.
La riflessione di Marabelli ha coinvolto il benessere animale, il nuovo modo di rapportarsi che deve caratterizzare il confronto tra produttori e consumatori “nel rispetto delle nuove sensibilità che stanno venendo avanti”, l’antibioticoresistenza per concludere che la sfida del comparto, caratterizzata dalle potenzialità di aumenti produttivi e da maggiori investimenti, può essere vinta solamente con un complesso di strategie sinergiche guidate da un ente istituzionale in grado di governare le istanze di tutti verso un unico obiettivo: lo sviluppo del settore.
La grande preoccupazione che oggi i suinicoltori italiani sentono come una spada di Damocle sulla loro testa è la normativa europea in base alla quale, dal 1 gennaio 2019, non andrà più praticato il taglio routinario della coda dei suinetti. Un tema che ha acceso gli animi dei circa 300 partecipanti alla Giornata, soprattutto a seguito dell’intervento di Nancy De Briyne, Vice direttore esecutivo della Federazione dei veterinari europei (Fve) che ha ricordato come lo stop al taglio della coda sia oggi la prima priorità europea all’interno della normativa sul benessere animale oltre all’impegno che la Commissione sta mettendo in questo senso.
“Le verifiche che hanno coinvolto gli allevamenti di tutti gli Stati membri – ha affermato – sono state negative nella totalità dei casi ad eccezione di poche realtà come la Finlandia dove il taglio della coda non si pratica più. Nello specifico, in Italia il rapporto della Commissione non solo ha messo in evidenza che questa menomazione è adottata dal 90% delle porcilaie senza che dal 2007 al 2017 si sia registrata un’inversione di tendenza, ma addirittura che le Autorità di controllo nazionali non hanno adottato azioni efficaci per interrompere questa pratica e che i produttori pensano che non si possa allevare senza tagliare la coda ai suinetti.
Il prossimo 27 novembre si terrà in Irlanda un incontro con tutti i rappresentanti dei Paesi membri per illustrare gli obiettivi raggiunti all’indomani dell’adozione del Piano di azione elaborato da ognuno di essi, ma non vi è alcun dubbio – ha concluso De Briyne - che l’orientamento e l’obiettivo non cambieranno e a questo proposito i controlli saranno destinati ad aumentare”.
Ancora sul benessere animale Andrea Gavinelli, Responsabile controlli ed eradicazione malattie animali presso la Direzione generale salute e sicurezza alimentare della Ue, ha ricordato che per essere competitivi sul mercato mondiale non si possono scindere tutti gli aspetti legati a questo concetto, in cui si inserisce giocoforza il taglio della coda, ricordando che proprio di recente la Corte dei Conti ha evidenziato che la salute e il benessere degli animali è strettamente legata alla salute e al benessere di chi alleva. Infine antibioticoresistenza, altro tema molto caldo sul quale la Regione Emilia Romagna, in particolare l’assessorato alla Salute, insieme ad altri Istituti di ricerca scientifici e Università, ha redatto le Linee Guida sull’uso prudente degli antibiotici da utilizzare in allevamento, “uno strumento – ha spiegato Roberta Chiarini, Responsabile del servizio organizzazioni di mercato e sinergie di filiera della Regione Emilia Romagna – che vuole essere un orientamento e uno strumento di lavoro per allevatori e veterinari nella gestione delle diverse situazioni sanitarie che si possono manifestare in porcilaia. Siamo ancora in una fase sperimentale e questo ci permetterà, al termine di questo periodo, di apportare eventuali correttivi che si dovessero rendere necessari”.
Tanta carne al fuoco quindi, che come dicevamo all’inizio ha alimentato un vivace dibattito tra relatori e pubblico durante la tavola rotonda che si è sviluppata al termine delle relazioni. Ancora una volta la Giornata della Suinicoltura, organizzata da Expo Consulting srl, ha dimostrato di aver saputo centrare i temi più importanti del comparto suinicolo nazionale, invitare i relatori nazionali e internazionali più qualificati e stabilire che le opportunità oggi sul tavolo devono e possono essere sfruttate. A patto che tutti gli attori della filiera comprendano l’urgenza del momento perché, come ha sottolineato Andrea Gavinelli, “la competitività è la capacità di essere uniti e affrontare tutto in un unico insieme perché non esiste la suinicoltura di serie A o di serie B. Esiste solo quella di serie A”.
Expoconsulting - novembre 2018