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Rassegna Suinicola 2013: l'anno della svolta

Per suinicoltura il 2013 potrebbe essere l’anno della svolta e questo potrebbe valere ancora di più per la nostra suinicoltura.

29 Novembre 2012
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REGGIO Rassegna Suinicola Internazionale 2013
2013, anno della svolta?

Per suinicoltura il 2013 potrebbe essere l’anno della svolta e questo potrebbe valere ancora di più per la nostra suinicoltura. Decisiva la particolarità della nostra produzione, anche in chiave extra Dop. Ne parla il presidente dell’ANAS Andrea Cristini, che evidenzia anche altri elementi ancora aperti, come la questione del pagamento a peso morto.
L’appuntamento per una verifica e un approfondimento di tutto questo è per la prossima Rassegna Suinicola Internazionale, il principale evento suinicolo nazionale, che si terrà a Reggio Emilia dal 18 al 20 aprile 2013.

Un anno con tanti elementi da ricordare quello che si sta per chiudere, che non mancheranno di fare sentire i loro effetti anche per il 2013. Il dato principale che emerge è sicuramente la prospettiva favorevole per l’allevamento suinicolo, dopo anni di crisi, con segnali interessanti, in particolare per la nostra suinicoltura incardinata su produzioni di alta qualità e con caratteristiche di allevamento, di genetica e di piani alimentari diverse da quanto si realizza nel resto del mondo. Una situazione ancora in movimento, è chiaro, ma i segnali sono interessanti, come sottolinea il presidente dell’Associazione Nazionale Allevatori Suini Andrea Cristini, e gli elementi negativi, che pure ci sono, non dovrebbero essere tali da soffocare l’ottimismo.
“Il dato più evidente sotto gli occhi di tutti – ricorda il presidente ANAS - è stato sicuramente l’innalzamento dei prezzi dei suini registratosi nella seconda parte del 2012, che ha portato a quotazioni record un po’ in tutta Europa. Purtroppo contemporaneamente si sono registrati aumenti tali delle materie prime e quindi dei costi alimentari che ne hanno quasi completamente vanificato l’effetto positivo sui bilanci. C’è però un aspetto che vorrei sottolineare, perché indicativo di una tendenza che fa ben sperare anche per il prossimo anno: l’impennata dei prezzi fatta registrare dai suinetti nazionali dimostra come cresca l’interesse degli ingrassatori per un maiale italiano. Un segnale che si unisce ad altri e mostra un’immagine abbastanza definita che lascia ben sperare per la nostra suinicoltura nel prossimo anno”.
Ciò che tinge maggiormente di rosa un orizzonte che per anni è stato plumbeo ha, in un certo senso, origine, almeno in parte, proprio dalla situazione critica che per anni hanno visto gli allevamenti di suini in Italia e in Europa. Bassi prezzi, spesso insufficienti a coprire i costi di produzione, difficoltà crescenti di accesso al credito, normative ambientali onerose a cui sottostare, hanno portato a una diminuzione del numero di allevamenti, al calo nel numero di scrofe e, inevitabilmente, a una minore disponibilità di carni suine sul mercato europeo, anche perchè nel frattempo le esportazioni di carni europee, soprattutto in Asia, sono cresciute. Questo ha provocato il balzo in avanti dei prezzi a cui abbiamo assistito. Tuttavia Andrea Cristini segnala un fatto nuovo, figlio di una congiuntura economico-finanziaria difficile ovunque: pur in presenza di alti prezzi dei suini e con prospettive favorevoli anche per il prossimo futuro, non aumenta il numero degli allevamenti, come invece avveniva nel passato. Non aumenta perché comunque i costi di produzione sono estremamente alti, le disponibilità finanziarie delle aziende sono ridotte al minimo, è difficilissimo ottenere prestiti, gli alti prezzi dei cereali possono indurre dei suinicoltori con disponibilità di terreni a smobilitare l’allevamento e orientare diversamente l’attività. “Se a questo – spiega Cristini – aggiungiamo gli effetti della normativa sul benessere animale, riguardo alla quale peraltro, come ANAS, abbiamo fatto il possibile per ridurne l’impatto negativo nella sua applicazione in Italia, e l’inevitabile riduzione nel numero di scrofe in Europa che essa comporterà, si capisce come la domanda si dovrebbe mantenere alta, sostenendo così i prezzi al macello”.
All’interno di questa domanda generalizzata di carni suine, dovuta a un calo della produzione, secondo Andrea Cristini, la richiesta del prodotto nazionale dovrebbe andare meglio, anche per gli effetti generati dall’applicazione della classificazione delle carcasse al macello, che ha fatto crescere la domanda di prodotto nazionale. E un ulteriore elemento a favore della nostra

produzione, come sottolinea Cristini, è legato alla castrazione dei suinetti. “Nei paesi del Nord Europa stiamo andando verso un generalizzato abbandono della castrazione. Questo dovrebbe condurre alla produzione di carni e cosce completamente diverse rispetto a quanto prodotto sino ad ora. Soprattutto potrebbero esserci modifiche nel gusto delle carni difficilmente gradite dal consumatore italiano, contribuendo così ad accrescere la domanda di carni provenienti da animali allevati in Italia e quindi castrati, grazie alla deroga al divieto di castrazione ottenuta dall’Italia anche grazie all’impegno ANAS che ha dimostrato l’impossibilità della produzione del suino pesante senza ricorso alla castrazione. A questo riguardo mi aspetto un aumento della domanda da parte dei macelli di cosci di suini intermedi allevati in Italia per il prossimo futuro”. Potrebbero quindi porsi su un piano di concretezza le possibilità di sviluppo di un canale di sbocco alternativo della nostra produzione suinicole, da sempre al centro del dibattito - teorico più che pratico – sulle possibilità di sviluppo della nostra suinicoltura.
Un altro argomento che sta infiammando i dibattiti è quello relativo al pagamento al macello. Riguardo alla possibile applicazione anche in Italia del pagamento a peso morto il presidente ANAS non chiude la porta, ma chiede che si faccia chiarezza: “Non è pensabile applicarlo con le regole attuali. Approfondiamo questo aspetto e poi si può anche considerare il pagamento a peso morto”.
Non mancheranno certo le possibilità per approfondire questo tema alla prossima Rassegna Suinicola Internazionale di Reggio Emilia, durante la quale ANAS sarà presente con il suo tradizionale padiglione ed ospiterà un fitto calendario di incontri e seminari, con particolare enfasi dedicata ai risultati raggiunti dalla selezione nazionale. Sarà solo uno dei motivi di interesse che, in un quadro di accresciuto ottimismo nel settore, renderanno l’appuntamento della Rassegna Internazionale di Reggio Emilia – la più importante manifestazione suinicola nazionale - imperdibile per tutti gli operatori suinicoli.
Una manifestazione che, forte del suo primato nazionale, edizione dopo edizione rafforza i legami con le principali fiere zootecniche internazionali. Un lavoro di promozione che, per l’edizione 2013, ha avuto un momento importante con la partecipazione ad Eurotier, ad Hannover, la principale manifestazione zootecnica europea, nel padiglione dedicato alla suinicoltura. I segni di ripresa della suinicoltura erano evidenziati dall’incremento nel numero di espositori rispetto all’edizione precedente e tra questi numerose aziende italiane e la maggior parte delle ditte estere che normalmente sono presenti alla Rassegna e che hanno confermato la loro partecipazione al prossimo evento di Reggio Emilia. Un ulteriore segno di ottimismo per un settore che ha voglia di tornare a crescere, dopo anni di sofferenza.

Comunicato Stampa- Rassegna Suinicola Internazionale

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