Pagina 6 di Articoli su PRRS in Abstracts

Lo studio apporta dati che supportano la teoria che la ricombinazione del PRRSV è un fenomeno abituale e può produrre isolati in mosaico.

L'obiettivo principale di questo studio fu investigare più a fondo questa questione e determinare se la vaccinazione dei suini di maggior età possa indurre una viremia e sieroconversione più precoce.

L'obiettivo del presente studio fu la descrizione dei segni clinici osservati in allevamenti positivi alla PRRS dell'Ontario (Canada) durante un focolaio della malattia e determinare le associazioni tra questi segni clinici e la situazione demografica dell'allevamento così come le strategie di controllo utilizzate contro la malattia.

L'obiettivo di questo studio fu la determinazione della stabilità del PRRSV e degli anticorpi nei confronti del virus nei fluidi orali in funzione del tempo e della temperatura.

Ricercatori dell'Università di Córdoba (Spagna) hanno indagato sulla possibile utilizzazione dei livelli di proteine della fase acuta aptoglobina (Hp) e la proteina C-reattiva (CRP) nel siero, saliva e succo di carne come biomarcatori dello stato sanitario degli allevamenti.

Il tipo 2 del PRRSv è più virulento del tipo 1 così come mostra la patologia polmonare indotta, l'estensione della distribuzione del virus e l'eliminazione del virus per via orale.

Per l'infezione dei suini dal virus della PRRS non è necessaria l'espressione del gene SIGLEC1 e l'assenza di questo gene non contribuisce alla patogenesi della malattia acuta.

Confronto tra diversi materiali per raccolta dei fluidi orali: canapa, cotone e nailon.

Ricercatori dell'Università del Minnesota (Stati Uniti) hanno realizzato uno studio durato 3 anni durante i quali hanno utilizzato un modello di una regione ad alta densità suinicola.

Nonostante dal 2005 si siano raggiunti progressi con i costi derivanti dalle perdite di produttività negli ingrassi, si osservano maggiori perdite nelle scrofaie.

La variabilità genetica per il virus PRRS che è determinata dall'evoluzione temporale e locale a livello d'allevamento può essere considerata come strumento per la prevenzione.

L'inoculazione di differenti ceppi del PRRSV dà luogo a distinti risultati virologici ed immunologici e a distinti gradi di protezione omologa ed eterologa.

Si valutò l'efficacia della vaccinazione d'emergenza nella riduzione dell'infezione indotta per contatto ed i danni patologici causati da un virus della PRRS altamente patogeno (HPPRRSV).

I risultati non mostrarono alcuna correlazione tra la presenza di patogeni e l'AMG tanto a 3 settimane come a 22 settimane post-svezzamento.

Ricercatori olandesi hanno osservato qual'è la miglior età per rilevare la presenza del virus della PRRS in allevamenti senza segni clinici ed il minimo sufficiente numero di campioni da prelevare.

Le concentrazioni salivari di APP(acute-phase protein), mediante l'uso di TR-IFMA, possono essere utilizzate in studi longitudinali come indicatori non invasivi e precoci sullo stato di salute.