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10 anni di PSA nell'UE: come si è evoluta la malattia?

La peste suina africana continua a rappresentare una sfida per l'Europa, dopo un decennio di focolai tra i suini domestici ed i cinghiali...

30 Gennaio 2025
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La Peste Suina Africana (PSA) è arrivata in Russia nel 2007, propagandosi all'Ucraina nel 2012 e Bielorussia nel 2013. Nel 2014, il virus è stato confermato nei cinghiali e nei suini domestici in Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia. Da allora, ogni anno i focolai hanno colpito nuove regioni.: Repubblica Ceca e Romania nel 2017, Ungheria, Belgio e Bulgaria nel 2018, e Slovacchia e Serbia nel 2019. La malattia continuò a progredire, raggiungendo la Grecia e la Germania nel 2020, Macedonia del Nord e Italia nel 2022, y Bosnia-Erzegovina, Croazia, Kosovo, Svezia, Montenegro e Albania tra 2023 y 2024.

Suini Domestici

Fin dalla comparsa della malattia in Europa, si è osservata una crescita costante dei focolai fino al 2023, quando ha raggiunto un picco storico con 4.513 focolai, a causa della comparsa della malattia in Bosnia-Erzegovina e Croazia. Tuttavia, nel 2024 si è registrato un drastico calo, arrivando a un totale di 752 casi.

Gli anni più critici sono stati tra il 2018 e il 2023. In questo periodo la PSA si è diffusa rapidamente, colpendo soprattutto l'Europa orientale, con picchi significativi in ​​paesi come Romania, Bosnia e Croazia.

Evoluzione annuale del numero totale di focolai di peste suina africana nei suini domestici nei paesi europei tra il 2014 e il 2024.
Evoluzione annuale del numero totale di focolai di peste suina africana nei suini domestici nei paesi europei tra il 2014 e il 2024.

La Romania è il Paese con il numero più elevato di focolai accumulati: il 2018 (1.163 focolai) e il 2019 (1.724 focolai) sono stati gli anni più critici. Nel 2023 ha registrato 740 focolai, un dato comunque elevato ma in calo rispetto agli anni precedenti, mentre nel 2024 ha presentato il numero più basso di focolai da quando è stata confermata la presenza della malattia (215).

Bosnia ed Erzegovina e Croazia si distinguono per un'epidemia di massa nel 2023, con rispettivamente 1.508 e 1.124 focolai, sebbene entrambi abbiano registrato un calo significativo a 33 e 6 focolai nel 2024.

Polonia mostra un andamento stabile con incrementi moderati nel tempo, raggiungendo il picco nel 2021 (124 focolai) e terminando con 44 focolai nel 2024.

Serbia si è registrato anche lì un notevole aumento di recente, con 991 focolai nel 2023 e 304 focolai nel 2024.

Bulgaria, Estonia, e Lettonia hanno segnalato numeri bassi, con casi sparsi lungo tutto il periodo. La Bulgaria, ad esempio, ha raggiunto il picco con 44 focolai nel 2019 e si è conclusa con un solo focolaio nel 2024.

Moldavia, Grecia, e Slovacchia presentavano dati marginali e sporadici, senza diventare focolai significativi della malattia.

Cinghiali

La PSA nei cinghiali ha avuto una propagazione allarmante in Europa durante l'ultima decade. Dalle prime segnalazioni del 2014 con 334 casi, la malattia ha registrato una crescita continua, raggiungendo il picco più alto nel 2021, con 12.150 casi segnalati. Sebbene i focolai siano diminuiti negli anni successivi, i numeri rimangono elevati nel 2023 (7.903) e nel 2024 (7.672), dimostrando che il virus rappresenta ancora una seria minaccia per la fauna selvatica e le economie della regione.

Gli anni 2020-2021 sono stati i più critici: durante questo periodo, i focolai di PSA nei cinghiali hanno raggiunto livelli senza precedenti, con oltre 10.000 casi all'anno in Europa. Tuttavia, si osserva un calo moderato ma sostenuto a partire dal 2022, sebbene i livelli per il 2023 e il 2024 (circa 7.700 casi all'anno) rimangano significativamente elevati.

Evoluzione annuale del totale dei casi di peste suina africana nei cinghiali nei paesi europei tra il 2014 e il 2024.
Evoluzione annuale del totale dei casi di peste suina africana nei cinghiali nei paesi europei tra il 2014 e il 2024.

Polonia è in testa alla classifica dei casi totali, raggiungendo un massimo storico nel 2020 (4.070 casi) e mantenendo cifre preoccupanti nel 2021 (3.221 casi) e nel 2024 (2.244 casi). Questo Paese è stato l'epicentro principale del virus per tutto il decennio, con un totale di oltre 20.000 casi confermati.

Ungheria mostra un aumento significativo dal 2018, raggiungendo 4.001 casi nel 2020. Sebbene i focolai siano diminuiti negli anni successivi, il paese ha registrato 420 casi nel 2024, indicando che il problema persiste.

Germania, sebbene non abbia segnalato casi fino al 2020, ha registrato un aumento esponenziale con 2.525 focolai nel 2021. Nel 2024, i suoi numeri (935 casi) rimangono elevati, riflettendo la difficoltà nel controllo della malattia nella regione.

Lettonia e Lituania ha avuto un grande impatto fin dai primi anni. La Lettonia ha raggiunto il picco nel 2017 (947 casi), mentre la Lituania ha segnalato 1.443 casi nel 2018. Nel 2024, entrambi i paesi hanno mantenuto numeri elevati, rispettivamente con 940 e 555 casi.

Bulgaria ha mostrato una crescita continua dal 2019, raggiungendo i 712 casi nel 2024, indicando una preoccupante espansione nei Balcani.

Nel caso dell'Italia si differenzia dalle altre perché per oltre 4 decenni la malattia è stata presente in forma endemica nell’Isola di Sardegna fino a gennaio 2022 quando è stato confermato il 1° caso nell’area peninsulare, registrando un notevole incremento nel 2023 (1.047 casi), con un picco nel 2024 (1.200 casi).

Martedì 28 gennaio 2025/ Redazione 333.

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