Con Decisione 2011/721/UE del 3 novembre 2011 la Commissione europea ha concesso all’Italia la deroga all’applicazione della Direttiva Nitrati (91/676/CEE) nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. La Decisione si applica a decorrere dal 1° gennaio 2012 e scadrà il 31 dicembre 2015.
Per accedere ai benefici della deroga gli agricoltori devono presentare la richiesta entro il 15 febbraio di ogni anno e rispettare una serie di condizioni come segue:
1. La superficie dell’azienda agricola deve essere coltivata per almeno il 70% a colture con stagioni di crescita prolungata e con grado elevato di assorbimento di azoto.
2. I prati temporanei devono essere arati in primavera;
3. I prati temporanei e permanenti devono comprendere al massimo il 50% di leguminose o di altre colture in grado di fissare l’azoto atmosferico;
4. Il mais a maturazione tardiva deve essere raccolto interamente (stocco compreso);
5. L’erbaio invernale, quale loglio, orzo, triticale o segale, deve essere seminato entro due settimane dal raccolto del mais o del sorgo e deve essere raccolto non prima di due settimane dalla semina del mais o del sorgo;
6. L’erbaio estivo, quale mais, sorgo, setaria o panico, deve essere seminato entro due settimane dal raccolto dei cereali vernini e deve essere raccolto non prima di due settimane dalla semina dei cereali vernini;
7. Una coltura a elevato grado di assorbimento di azoto deve essere seminata entro due settimane dall’aratura della superficie prativa e i fertilizzanti non possono essere applicati nell’anno di aratura dei prati permanenti.
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Inoltre le aziende con allevamenti suini dovranno proseguire con il “trattamento dell’effluente” attraverso la separazione del liquame in frazione solida e liquida. Questo è importante per calcolare in modo preciso il rapporto azoto/fosforo dei liquami da applicare sui terreni aziendali.
Non solo, ogni anno l'allevatore dovrà provvedere alle seguenti informazioni:
a) Tipo di trattamento dell’effluente;
b) Capacità, efficienza e principali caratteristiche dell’impianto di trattamento;
c) Quantitativo di effluente di allevamento inviato al trattamento;
d) Quantitativo, composizione (con l’indicazione del contenuto di azoto e fosforo) e destinazione
sia della frazione solida che dell’ ”effluente trattato”, ossia la frazione liquida derivante dal
trattamento con un rapporto azoto/fosfato (N/P2O5) almeno pari a 2,5;
e) Stima delle perdite gassose durante il trattamento.
La frazione solida deve essere stabilizzata, per ridurne gli odori e le altre emissioni. E' necessario trasferire il materiale solido sui terreni di un’altra azienda. Le autorità competenti
incoraggeranno l’uso della frazione solida su suoli a basso contenuto di sostanza organica indicati in apposite mappe elaborate a livello regionale.
La frazione liquida applicata ogni anno non deve superare i 250 kg di azoto per ettaro, in queste condizioni:
A)L’apporto complessivo di azoto e fosforo non deve superare la domanda di nutrienti prevedibile per la coltura e deve tenere conto dell’apporto di azoto e fosforo del suolo. Le aziende agricole in deroga non devono applicare fosforo sotto forma di fertilizzanti chimici;
B) Entro il 15 febbraio di ogni anno ciascuna azienda redige un Piano di fertilizzazione, specificando l’avvicendamento colturale e le applicazioni di effluente di allevamento e di fertilizzanti minerali.
C) L’azienda tiene un Registro delle applicazioni di fertilizzanti su ciascuna parcella di terreno
D) Conservazione in azienda dell’autorizzazione al prelievo idrico o del contratto per l’uso delle
acque o la mappa che indica che l’azienda è situata in una zona dove le acque sotterranee sono a contatto con la falda ipodermica;
E) Conservazione in azienda dei risultati delle analisi relative al contenuto di azoto e fosforo nel
suolo. Il campionamento e l’analisi di fosforo e azoto deve essere fatta entro il 1° giugno e almeno una volta ogni quattro anni per ogni area dell’azienda agricola omogenea dal punto di vista pedologico e dell’avvicendamento colturale (almeno un’analisi ogni 5 ettari di suolo agricolo);
F) Gli effluenti applicati presso le aziende beneficiarie di una deroga devono avere un’efficienza di
utilizzo dell’azoto non inferiore al 65% per i liquami e al 50% per l’effluente solido.
G) Presso l’azienda beneficiaria della deroga, gli effluenti di allevamento e i fertilizzanti chimici non possono essere applicati dopo il 1° novembre;
H) Almeno due terzi del quantitativo di azoto da effluente zootecnico sono applicati entro il 30 giugno di ogni anno. A tal fine le aziende beneficiarie della deroga devono disporre di un’adeguata capacità di stoccaggio per gli effluenti (i 180 giorni previsti per legge per i suini sono sufficienti);
I) L’effluente liquido è applicato mediante tecniche atte a contenere le emissioni in atmosfera.
L’effluente solido è interrato entro 24 ore;
J) L’utilizzo di effluenti trattati con rimozione dell’azoto (cioè l’effluente trattato con un contenuto di azoto inferiore al 30% rispetto al contenuto di azoto dell’effluente suino non trattato) è consentito solo su suoli non salini o a bassa salinità.
Per quanto attiene al trasporto dell’effluente zootecnico da e verso le aziende agricole in deroga, la Decisione comunitaria precisa che esso deve essere registrato mediante sistemi di posizionamento geografico (obbligatoria per trasporti superiori a 30 km) o per mezzo di documenti di accompagnamento in cui si precisano il luogo di origine e la destinazione. Il carico deve essere accompagnato da un documento in cui si indica il quantitativo di effluente trasportato, nonché il relativo contenuto di azoto e fosforo certificato da analisi eseguite in laboratori riconosciuti. Saranno le autorità amministrative competenti ad assicurare
l’operatività di queste disposizioni.
lunedì, 19 dezembro 2011. ANAS. http://www.anas.it