In Sardegna oggi si consuma carne suina spagnola e tedesca. Dopo il provvedimento della UE del blocco di esportazione di carne suina dall'isola e la difficile situazione delle restrizioni di movimentazione causate dalle zone di protezione e sorveglianza, arrivano suini vivi e carne fresca dall'estero. I suini vivi vengono macellati in Sardegna, per il consumatore diventa difficile poi capire da dove viene questa carne. Il settore suinicolo sardo è in grave difficoltà: sia per i produttori che per gli esportatori di salumi sardi.Il valore di esportazione assomma a 7,5 milioni di euro.
Alcune proposte sono state avanzate per ovviare la grossa crisi: sottoporre ogni capo suino a registrazione in anagrafe, a controlli per l'assenza del virus della peste suina africana, con l'abbattimento di tutti i capi non presenti in anagrafe. In questo modo si sconfigge l'illegalità, parallelamente si dovrebbero abbattere tutti i cinghiali. In futuro si prevede la richista della Dop per gli insaccati isolani per valorizzare e proteggere la suinicoltura locale.
La Sardegna consuma una media di 300mila quintali di carni suine all'anno. Ma di queste ne produce solo 55 mila quintali dei quali l'85% è indirizzato al mercato regionale, il 13% al mercato nazionale e il 2% all'estero.
Giovedì, 19 gennaio 2012. Sassarihome. http://www.lanuovasardegna.gelocal.it