A gennaio la redditività della fase di svezzamento (SITO 1) è risultata in crescita, sia in termini congiunturali (ovvero rispetto al mese precedente) che tendenziali (nei confronti dello scorso anno), con variazioni rispettivamente del +16,3% e +4,8%. Tale fase, si ricorda, è quella che inizia con la gestazione e giunge fino al momento in cui si può vendere il suinetto di 7 kg. L’ incremento delle quotazioni dei suini di 7 kg fatto registrare in gennaio (+18,0%), sommato ad un andamento delle quotazioni dei cereali contenuto nell’arco degli ultimi mesi (ed in particolare al calo di prezzo ad inizio del periodo), hanno favorito gli allevatori specializzati in questa fase dell’allevamento.
Medesimo andamento è stato registrato anche per la redditività della fase di accrescimento (SITO 2), cresciuta del +11,5% rispetto a dicembre e del +4,7% nei confronti dello scorso anno. Anche in questo l’aumento di prezzo dei suini da allevamento di 40 kg (output finale di questa fase) ha contribuito a mantenere positiva la redditività degli allevatori, nonostante nel periodo di accrescimento i prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina siano per lo più cresciuti ad eccezione del mais leggermente diminuito nell’ultimo mese. • Variazione congiunturale positiva (+1,2%) si è verificata anche per gli allevatori impegnati nella fase di ingrasso (SITO 3). In questo caso, nonostante il calo di prezzo dei suini da macello pesanti avvenuto in gennaio, la redditività è rimasta positiva grazie al fatto che il prezzo di acquisto del suinetto di 40 kg ad inizio del periodo (ovvero 6 mesi prima) era in diminuzione. La redditività di questa fase dell’allevamento suino resta comunque al di sotto di quella dello scorso anno: -1,2%.
Considerando l’intero ciclo produttivo, ovvero dalla nascita alla vendita del suino pesante, in gennaio la redditività degli allevatori impegnati nel cosiddetto CICLO CHIUSO ha visto una riduzione sia in termini congiunturali (-5,9%) che tendenziali (-2,7%). Per questa tipologia di allevamento va considerato che il periodo di riferimento è decisamente più ampio rispetto alle fasi viste in precedenza, dato che comprende tutte le fasi dell’allevamento, a partire dalla gestazione della scrofa. La combinazione di prezzi dei suini da macello pesanti in diminuzione ad inizio 2022 ed il costo delle materie prime utilizzate per l’alimentazione che, pur con andamenti altalenanti, si sono mantenute comunque su livelli più elevati di quanto visto in precedenza, ha portato ad una diminuzione della redditività di questa tipologia di allevatori.
Negli USA, invece, il nuovo aumento dei prezzi dei suini da macello (+14,6% su base mensile) ed il calo delle quotazioni del mais, hanno portato ad un ulteriore aumento della redditività degli allevatori statunitensi, cresciuta del +14,6% rispetto a dicembre e del +11,1% su base tendenziale.
In dicembre (ultimo mese disponibile) la redditività degli allevatori europei è cresciuta del +1,5% rispetto al mese precedente, rimanendo comunque più basso del -24,3% rispetto a quello dello stesso periodo del 2020. La redditività degli allevatori europei ha tratto beneficio dell’aumento di prezzo delle carcasse di suino, cresciute del +2,1% su base congiunturale, e del calo di prezzo fatto registrare nell’ultimo mese dal mais. Si noti che l’indice USA e quello UE non sono stati modificati rispetto al passato.
Giovedì, 17 febbraio 2022/Italia. http://www.crefis.it