Nell’ultimo mese il mercato nazionale dei suini da macello ha visto toccare nuovi livelli record. Allo stesso tempo sono cresciute anche le quotazioni delle principali commodity utilizzate per l’alimentazione suina, che però se paragonate, oltre che al mese appena trascorso, anche a quelli precedenti, mostrano segnali di rallentamento.
Quello che si nota è che per quegli allevatori impegnati nell’intera fase del ciclo produttivo (ciclo chiuso) o per un ciclo produttivo lungo (sito 3), i fattori descritti in precedenza hanno avuto un’influenza “positiva” se confrontati con il mese precedente, impatto che viene, però, ridimensionato se si considerano gli anni precedenti. Questo proprio a causa della specificità di queste tipologie di allevamenti, che risentono più lentamente degli andamenti di breve periodo e, in particolare, delle fluttuazioni dei prezzi dei cereali.
Dall’altro lato, gli operatori impegnati nelle fasi più brevi dell’allevamento (sito 1 e sito 2), data la minore durata del ciclo produttivo, hanno risentito in maniera differente di questa situazione, mostrando aumenti sia su base congiunturale che tendenziale.
I livelli record dei prezzi dei suini da macello pesanti hanno portato ad una riduzione della redditività dei macellatori italiani del -1,1% rispetto al mese precedente. Resta comunque positivo il confronto con il 2021: +4,8%.
In agosto, la stabilità dei prezzi dei prosciutti stagionati, unita al maggior esborso sostenuto dagli stagionatori per l’acquisto delle cosce fresche ad inizio del periodo di stagionatura, hanno portato ad una ulteriore diminuzione della redditività degli stagionati di prosciutti, sia a livello congiunturale che tendenziale.
Le tensioni sui mercati nazionale ed internazionali, si sono riversate anche sulle riunioni delle Commissioni Uniche Nazionali, dove ci sono state difficoltà nella definizione delle quotazioni. (r.a.)...
Mercoledì, 7 settembre 2022/Italia. http://www.crefis.it