Tuttavia, la resistenza combinata agli antimicrobici di fondamentale importanza per la medicina umana rimane molto bassa, ad eccezione di alcuni tipi di Salmonella e Campylobacter coli in alcuni paesi.
Inoltre, è aumentata la percentuale di isolati di Escherichia coli provenienti da animali destinati alla produzione alimentare con “completa sensibilità” o “resistenza zero” ai principali antimicrobici. Questo sviluppo, così come la diminuzione della prevalenza di E. coli che producono ESBL o AmpC – enzimi che possono rendere inefficaci alcuni antibiotici – dimostrano progressi nella riduzione della resistenza antimicrobica (AMR) nell'E. coli da animali destinati alla produzione alimentare in diversi Stati membri dell'UE.
Per quanto riguarda la Salmonella, la resistenza ai carbapenemi è stata identificata negli isolati provenienti dall'uomo, ma non in quelli provenienti da animali destinati alla produzione alimentare. Per E. coli, la resistenza ai carbapenemi è stata rilevata in isolati provenienti da animali destinati alla produzione alimentare[1].
Sebbene la comparsa di resistenza ai carbapenemi sia attualmente segnalata a livelli molto bassi negli isolati umani e animali, negli ultimi anni sempre più paesi hanno segnalato batteri che producono enzimi carbapenemasi in varie specie animali. Ciò richiede attenzione e ulteriori ricerche poiché i carbapenemi sono un gruppo di antibiotici di ultima istanza e qualsiasi rilevamento di resistenza a questi antibiotici sarebbe preoccupante.
Un terzo dei paesi segnalanti ha osservato tendenze in calo nella resistenza ai macrolidi negli isolati umani di Campylobacter, in particolare per C. coli. Questo risultato è notevole perché la maggiore resistenza ai fluorochinoloni significa che i macrolidi stanno diventando sempre più importanti per il trattamento di gravi infezioni di origine alimentare nell’uomo.
La resistenza antimicrobica rimane un grave problema di sanità pubblica che deve essere affrontato su più fronti e da attori diversi. Sono necessarie azioni decisive per ridurre la comparsa e la diffusione di batteri resistenti agli antimicrobici. Questi includono la promozione di un uso giudizioso degli antimicrobici, il miglioramento delle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione nello sviluppo di nuovi antimicrobici e la garanzia che le politiche e le procedure siano messe in atto a livello nazionale.
Mercoledì 28 febbraio 2024/EFSA/ Unione Europea.
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