Una recente pubblicazione dalla Regione Marche allerta sulla possibile trasmissione di Mycobacterium bovis. Dal 2002 ad oggi, sono stati effettuati 27 isolamenti di Mycobacterium bovis, a partire da altrettanti cinghiali abbattuti in braccata. In 16 capi le lesioni erano evidentemente riferibili alla tubercolosi come complesso primario respiratorio con generalizzazione o meno. Il sospetto diagnostico è stato emesso dal Servizio Veterinario durante l’attività ispettiva e per il controllo della trichinellosi.
La nota della regione spiega che attualmente non sono presenti focolai di tubercolosi nel bovino. Secondo la nota è importante definire i parametri tenuti necessari per avere delle informazioni minime ed essenziale per un programma di sorveglianza e controllo come:
• Dato di stima annuale della popolazione di cinghiale per ogni Unità di Gestione (così come definito nel Piano di Gestione del cinghiale emanato dall’ATC-MC1);
• Dati di abbattimento (braccata e selezione) per capo e per squadra con relativa identificazione individuale e stima dell’età e del sesso, così come comunicato dai cacciatori all’ATC-MC1;
• Identificazione dei centri di raccolta della selvaggina e delle case di caccia in cui viene effettuata l’ispezione post-mortem dei cinghiali (ASUR);
• Definizione di un protocollo di visita ispettiva post- mortem in relazione ai siti di repere dell’infezione tubercolare, creazione di modulistica ad hoc per ll’invio di campioni al laboratorio (ASUR, IZS);
• Dati di ispezione veterinaria (ASUR) con relativo esito per singolo capo identificato dal cacciatore;
• Esiti degli esami anatomopatologici effettuati presso l’IZS per capo singolarmente identificato.
• E' necessario concordare tra ASUR e ATC la disponibilità della visita veterinaria per i cervidi durante le operazioni di abbattimento programmato ogni qual volta venga riscontrata qualsiasi lesione nei soggetti abbattuti;
I diversi interlocutori ASUR, ATC MC1, Polizia Prov.le, IZS, dovranno essere coordinati al fine di organizzare il flusso dati: a) prima dell’apertura della stagione venatoria (settembre 2015); b) al termine delle operazioni di riefrimento; al termine della stagione venatoria. Nel comprensorio del Monte San Vicino è necessario interdire il pascolo invernale per una durata minima necessaria all’espletamento dei controlli per la tubercolosi delle stalle che portano bovini in monticazione. Tale attività deve essere comunicata agli allevatori risaltando il fatto che è svolta nel loro interesse in relazione al danno economico derivante dal perdurare della calamità naturale legata alla malattia.
Nelle Marche- L’infezione tubercolare nel cinghiale è stata rilevata dal 2002 nella Provincia di Macerata e ricondotta a due genotipi. Un primo genotipo è stato isolato occasionalmente in due capi e in assenza di lesioni evidenti. L’altro genotipo (SB 0120; VNTR 33533) è isolato con continuità nell’intero periodo (2002-2015) dimostrando una persistenza nell’area e momenti di apparente recrudescenza.
Situazione in Italia- In Italia, è nota da tempo la rilevanza del cinghiale come specie indicatore della presenza di Tubercolosi in bovini al pascolo (Marche, Liguria, Piemonte). Il bovino rappresenta infatti il serbatoio esclusivo dell’infezione, tuttavia il cinghiale può esercitare una funzione di mantenimento locale attraverso la diffusione a co-specifici con modalità di trasmissione orizzontale e alla progenie prima dello svezzamento.
La trasmissione dal bovino al cinghiale avviene per via alimentare a seguito di necrofagia, la trasmissione in senso inverso non è documentata.
Martedì, 11 novembre 2015/Italia.http://www.veterinaria.marche.it/