L'indice FAO dei prezzi della carne ha registrato una media di 117,7 punti a gennaio, in calo di 1,7 punti (1,4%) rispetto a dicembre, pur rimanendo di 8,9 punti (8,1%) al di sopra del livello di un anno fa. Il calo è stato causato dai prezzi più bassi della carne ovina, suina e di pollame a livello internazionale, che hanno compensato gli aumenti delle quotazioni della carne bovina.
![Indice FAO dei prezzi della carne. Fonte: FAO](https://www.3tre3.it/3tres3_common/art/it/15623/indice-fao-dei-prezzi-della-carne-fonte-fao_300888.png?w=820&q=1&t=1739377492)
I prezzi della carne suina sono diminuiti, a causa delle quotazioni più basse nell'Unione Europea, dove un focolaio di afta epizootica in Germania ha innescato divieti di importazione da parte di diversi importanti paesi importatori, con conseguente abbondante surplus di scorte, aggravato dagli arretrati derivanti dalla chiusura dei macelli durante le vacanze invernali.
![Indice FAO della carne suina. Fonte: FAO.](https://www.3tre3.it/3tres3_common/art/it/15623/indice-fao-della-carne-suina-fonte-fao_300887.png?w=820&q=1&t=1739377443)
![](https://www.3tre3.it/3tres3_common/dist_nou/css/images/imb5.png)
I prezzi della carne ovina sono diminuiti poiché la domanda è diminuita dopo le vacanze di fine anno, e i prezzi della carne di pollame si sono indeboliti, riflettendo ampie forniture, in particolare dal Brasile, dove i prezzi competitivi dei mangimi hanno sostenuto la produzione. Al contrario, i prezzi mondiali della carne bovina sono aumentati, sostenuti da una forte domanda di importazioni sostenuta dai mercati chiave.
Venerdì 7 febbraio 2025/ FAO.
https://www.fao.org