Il Ministero della salute ha pubblicato le “Linee guida per la promozione dell’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici per la prevenzione dell’antimicrobico-resistenza”. Guida pratica per le Autorità competenti, i veterinari aziendali e gli operatori di settore. Nel documento, il primo studio sulla strategia vaccinale e le alternative "più interessanti" agli antibiotici.
Il documento rientra tra le strategie nazionali per contenere l’AMR ( Anti Microbial Resistance), fra cui il PNCAR 2017-2020 e risponde alla richiesta rivolta agli Stati Membri dalla Commissione Europea di elaborare raccomandazioni sull’utilizzazione prudente di antimicrobici in medicina veterinaria (Azione 3 dell'Action Plan europeo "Piano d’azione di lotta ai crescenti rischi di resistenza antimicrobica".
Le linee guida contengono indicazioni anche di come valutare e personalizzare le azioni per ogni allevamento.
Il Medico Veterinario deve :
• fornire assistenza agli operatori attraverso adeguata informazione circa i programmi di management aziendale, immunizzazione, programmi nutrizionali in grado di consentire la riduzione dell’incidenza delle malattie e la conseguente necessità di utilizzare antimicrobici;
• avere una buona conoscenza dei sistemi di produzione e gestione aziendale. Prima del trattamento andrebbe condotta un’indagine sullo stato di salute dell’allevamento (ad esempio, gli esami post-mortem, esami diretti, in particolare colturali per agenti batterici patogeni e test di sensibilità, visite in azienda e le altre indagini di laboratorio rilevanti);
• fornire all’allevatore tutte le indicazioni necessarie circa dosi, tempi di attesa, via di somministrazione, avvertenze per un uso prudente, magazzinaggio, manipolazione, conservazione dei documenti;
• prescrivere e/o somministrare antimicrobici solo quando necessario;
• scegliere antimicrobici sulla base delle evidenze cliniche e della diagnosi di laboratorio (isolamento del patogeno isolato, identificazione e test di sensibilità);
• preferire sempre prodotti registrati per il trattamento delle specifiche malattie, con particolare attenzione alla via di somministrazione, a un adeguato regime di dosaggio e alla durata del trattamento;
• prescrivere agenti antimicrobici, per quantità e tipologia, coerenti alla realtà zootecnica, alle condizioni di management e alla situazione epidemiologica, anche in caso di scorta, onde evitare eccessiva presenza di medicinali veterinari in azienda, che comunque deve essere sufficiente per un periodo non superiore a 7 giorni);
• tenere conto, al momento di scegliere fra un protocollo terapeutico di massa o su singolo animale, dei seguenti fattori: morbilità e mortalità nel gruppo; storico dell’uso di antimicrobici nell’allevamento; precedenti informazioni circa gli agenti batterici causa della malattia e il loro profilo di sensibilità agliantimicrobici. La prescrizione di antibiotici per trattamenti orali di massa e dei mangimi medicati deve essere finalizzata sempre ed esclusivamente alla sola terapia della specifica malattia batterica presente, in un dato momento, nell’allevamento;
• evitare il contemporaneo utilizzo di agenti antimicrobici diversi (cocktail), esclusivamente all’utilizzo di associazioni contenute in medicinali veterinari autorizzati. L’uso di combinazioni di antimicrobici deve essere scientificamente supportato;
• fare riferimento alle informazioni circa le sensibilità e le risposte terapeutiche presso i laboratori diagnostici, al fine di individuare eventuali cambiamenti nella sensibilità microbica e rivalutare, qualora necessario, la scelta degli antimicrobici da utilizzare;
• in caso di fallimento terapeutico o di recidiva della malattia, una seconda linea di trattamento deve essere basata sui risultati dei test diagnostici;
• l’approvvigionamento, stoccaggio, miscelazione e somministrazione dei mangimi medicati devono avvenire nel rispetto dei requisiti di igiene dei mangimi di cui al regolamento (CE) n. 183/2005 e nello specifico dei suoi allegati. Devono essere utilizzati esclusivamente mangimi che rientrano fra le materie prime di cui al Reg. 68/2013 o iscritte nel registro delle materie prime. Qualsiasi nutriente inserito all’interno del mangime e non iscritto nel registro delle materie prime, deve essere notificato al fine dell’inserimento nel suddetto registro;
• limitare l’uso in deroga ai casi in cui nessun altro prodotto idoneo sia disponibile, accuratamente giustificato e registrato;
• comunicare prontamente al sistema di Farmacovigilanza le reazioni avverse, inclusa la mancanza di efficacia.
Alternative- Fra le sostanze più interessanti nelle Linee Guida vengono citati: gli acidificanti, i probiotici, i prebiotici, i simbiotici, i fagi o la lisina fagica purificata, gli enzimi, gli estratti di piante e di alghe, gli olii essenziali, gli immunomodulatori, i peptidi, gli acidi grassi a catena corta e media, l’ozono ecc.
Essi, "pur avendo un’efficacia alquanto variabile e talvolta ben lontani dall’entrare in uso su larga scala commerciale, possono rappresentare uno dei supporti che, se applicati associati alle altre strategie, possono aiutare a ridurre l’utilizzo di antimicrobici".
IL_TESTO_DELLE_LINEE_GUIDA antibiotici.pdf
Mercoledì, 26 settembre 2018/Italia. http://www.salute.gov.it/