La Commissione Europea sta discutendo ora l'uso dell'ossido di zinco in zootecnia e il rapporto rischio-benefcio per l'ambiente e resistenze antimicrobiche. La DGSAF (Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari) informa gli attori della filiera dell'eventuale diniego e del periodo di transizione, ancora da definire, necessario per permettere agli allevatori di adottare gli opportuni cambiamenti nella gestione degli allevamenti suinicoli al fine di evitare un incremento degli episodi di diarrea post-svezzamento, assicurare il benessere animale e prevenire l'aumento dell'uso di antimicrobici.
La nota ministeriale del 15 febbraio è stata trasmessa alle autorità e agli operatori del settore e riporta un elenco delle possibili misure da porre in essere ai fin della prevenzione e del trattamento della diarrea post-svezzamento nell'allevamento suinicolo, sia nelle strategie di management aziendale che nei programmi nutrizionali.
Rischi ambientali e di resistenze- L'applicazione sul terreno di letame proveniente da suini trattati, per lunghi periodi di tempo, con questi medicinali può costituire un problema ambientale significativo. Le misure di mitigazione del rischio risultano inadeguate a controllare o prevenire l'accumulo continuo di zinco oltre che non attuabili in tutti gli allevamenti di suini. L'uso di zinco può inoltre promuovere la selezione di batteri resistenti. La pressione di selezione esercitata dall'uso di medicinali veterinari contenenti zinco può selezionare resistenza a tutti i beta-lattamici. A sua volta, la pressione esercitata con l'uso di beta-lattamici può co-selezionare per resistenza allo zinco, rendendo più ampia la diffusione degli agenti resistenti.
Il parere del CVMP- Il Comitato Veterinario Europeo (CVMP) ha stabilito, che "il bilancio beneficio-rischio dei prodotti contenenti ossido di zinco, da somministrare per via orale in animali produttori di alimenti, è negativo, dal momento che i benefici di ZnO per prevenire la diarrea nei suini non sono superiori ai rischi per l'ambiente. Il CVMP ha riconosciuto che vi è un rischio di co-selezione di resistenza associata con l'uso di ossido di zinco, ma al momento questo rischio non è quantificabile". In ogni caso, aggiunge la Direzione ministeriale, la potenziale riduzione dell'uso di agenti microbici nel settore zootecnico, secondario all'uso di ZnO, non è considerato un beneficio aggiuntivo.
Nell'Unione Europea, lo zinco è autorizzato sia come medicinale veterinario che come additivo per mangime a dosaggi inferiori. Ad oggi, esso rappresenta una alternativa all'uso degli antimicrobici per la prevenzione; non vi è infatti alcuna prova di efficacia terapeutica della diarrea post-svezzamento nei suinetti.
Consumo di antibiotici e approcci complementari- La Direzione ministeriale aggiunge che l'eventuale indisponibilità di medicinali veterinari contenenti ZnO, da somministrare per via orale in animali produttori di alimenti "non deve condurre a un aumento di altre classi di agenti antimicrobici che potrebbero essere utilizzate come alternativa, quali i beta-lattamici, le tetracicline, i sulfamidici, il trimethoprim e in particolare i critically important antimicrobials (fluorochinoloni, cefalosporine di 3° e 4° generazione, macrolidi e colistina). Altri prodotti o additivi possono utilmente agire sulle problematiche dello svezzamento precoce, senza mostrare i profili di pericolosità di Zn".
Il MInistero inoltre, invita ad un rafforzamento delle attività di formazione e informazione sulla corretta gestione dell'allevamento e invita gli Assessorati ad una attenta attività di farmacosorveglianza, inquadrata in un contesto più ampio di controllo della filiera integrato tra i diversi Servizi Veterinari e le altre autorità o enti di competenza.
Venerdì, 17 febbraio 2017/Italia.http://www.anmvioggi.it