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Pubblicato report dei controlli alle frontiere italiane di animali, alimenti e mangimi

Sono stati controllati dal PIF (Posti di Ispezione Frontalieri) 50.312 partite di animali, prodotti di origine animale (o.a.) e mangimi da oltre 100 Paesi terzi con un decremento del 3,7% rispetto al 2012.

16 Giugno 2014
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Sono stati controllati dal PIF (Posti di Ispezione Frontalieri) 50.312 partite di animali, prodotti di origine animale (o.a.) e mangimi da oltre 100 Paesi terzi con un decremento del 3,7% rispetto al 2012. L'organismo fa capo al Ministero della Salute.

I prodotti della pesca con 33.746 partite (67,1%) rappresentano il gruppo merceologico più numeroso seguito dalle carni con 3.900 partite (7,8%), dagli animali vivi con 3.463 partite (6,9%), mangimi ed integratori con 2.185 partite (4,3%), ecc. Il 66,7% delle partite è rappresentato da carni bovine (2.603 partite), seguono con il 10% partite di prodotti a base di carne o frattaglie (391 partite), con il 9,4% le frattaglie della specie bovina, suina, ovina, caprina, equina, di volatili, conigli (366 partite), ecc.
Per quanto riguarda gli animali di interesse agricolo-zootecnico importati in Italia si riscontra un numero minimo di importazioni (7 partite) nel corso del 2013. Tale valore conferma la tendenza negativa riscontrata negli ultimi anni a seguito dell'entrata nella Comunità Europea dei paesi dell'est Europa, ovvero un calo delle importazioni di animali vivi di interesse agricolo zootecnico rispetto ad un progressivo e netto aumento del traffico intracomunitario.

L'importazione di prodotti di origine vegetale e minerale destinati all'alimentazione animale costituisce una nuova ed importante voce tra i prodotti sottoposti a controllo veterinario. Oltre al numero considerevole di partite sottoposte a controllo (1.036) si deve evidenziare l'enorme mole di prodotto che è pari a quasi 2.014.270 tonnellate.

Controlli- Quando ritenuto opportuno dai veterinari ispettori, oppure in osservanza di specifiche disposizioni ministeriali o comunitarie il controllo fisico o materiale delle merci viene integrato da un controllo di laboratorio. In totale nel 2013 sono stati effettuati controlli di laboratorio su 1.995 partite. Il 100% delle partite è sottoposto a controlli documentali e di identità, dai dati raccolti attraverso il sistema Traces. Nel 2013, è emerso che le partite di prodotti di origine animale destinate al consumo umano presentate per l'importazione nel 2013 sono state 40.511 (42.069 nel 2012) mentre quelle incluse nel piano (partite presentate per le importazioni al netto delle partite respinte per motivi non di laboratorio) sono state complessivamente 40.307. In attuazione del piano le partite campionate dai PIF per esami di laboratorio sono state 1.708 (1.855 nel 2012) con una percentuale complessiva di campionamento (totale del numero di partite campionate/ totale del numero di partite incluse nel piano) del 4,2% in linea con quella rilevata l'anno scorso (4,4%).

Per le partite di animali di interesse agricolo zootecnico, il rapporto evidenzia che eventuali problemi riscontrati (irregolarità formali, irregolarità nell'identificazione degli animali, ecc.) vengono normalmente risolti con la regolarizzazione, senza dover ricorrere al respingimento, spesso di difficile esecuzione per problemi soprattutto di tutela del benessere degli animali. Per quanto riguarda i prodotti di origine animale destinati al consumo umano si può rilevare che la percentuale media dei respingimenti è risultata pari allo 0,6% (224 partite respinte). Per i prodotti di o.a. non destinati al consumo umano si può rilevare che la percentuale media dei respingimenti è dell'1,2% (92 partite respinte).

La rete di PIF opera sulla base di regole comuni stabilite dall'UE ed è sottoposta alla vigilanza diretta della Commissione europea attraverso le ispezioni/audit del Food Veterinary Office (FVO); le Autorità Centrali degli Stati membri, sotto la cui responsabilità ricadono i PIF presenti sul proprio territorio, devono assicurarne la conformità alle norme comunitarie sia per gli aspetti strutturali che procedurali.
Inoltre, i PIF italiani, collaborano con le dogane per il contrasto delle importazioni clandestine e per lo sviluppo dello Sportello Unico Doganale il cui obiettivo principale è di semplificare le operazioni di importazione ed esportazione delle merci e concentrare in un unico "snodo informatico" i termini delle relative attività istruttorie.

Attualmente i PIF comunitari autorizzati dalla Commissione europea sono 276, di cui 23 italiani.

Mercoledì, 11 di giugno 2014/Italia.http://www.anmvioggi.it

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