La nuova legislazione, approvata con 589 voti a favore, 72 contrari e 9 astensioni, contiene un elenco di pratiche vietate, come il ritardo dei pagamento dei prodotti consegnati, la cancellazione unilaterale tardiva di un ordine o la modifica retroattiva della stessa, il rifiuto dell'acquirente di firmare un contratto con il fornitore o l'uso scorretto di informazioni riservate. Il testo inoltre vieta ai produttori di minacce di bloccare i loro prodotti o di ritardare i pagamenti se presentano un reclamo.
Inoltre, d'ora in poi, gli acquirenti non possono chiedere una compensazione finanziaria agli agricoltori in caso di danni o perdita dei prodotti al momento della consegna, a meno che questo deterioramento è dovuto alla negligenza del fornitore o se a reclami dei consumatori.
Saranno inoltre vietate altre pratiche, come la restituzione di articoli non venduti senza pagarli, costringendo gli agricoltori a pagare per pubblicizzare i loro prodotti, addebitando ai fornitori la vendita o la catalogazione dei loro prodotti o imponendo costi di sconto al fornitore, non è che ci sia un accordo preventivo in materia tra produttore e acquirente.
Un procedimento di reclamo più chiaro
I produttori possono presentare richieste di risarcimento nel paese in cui operano, anche quando si verificano pratiche sleali in un altro Stato membro dell'UE. Le autorità nazionali saranno responsabili della gestione dei reclami, effettuando le indagini necessarie e garantendo soluzioni.
Protezione ai piccoli e medi produttori
Le nuove regole proteggono i produttori con un fatturato annuo inferiore a 350 milioni di euro. Questi fornitori saranno suddivisi in cinque sottocategorie a seconda del loro reddito: fino a 2 milioni di euro, fino a 10, fino a 50, fino a 150 e fino a 350. Più basso è il fatturato, maggiore sarà la protezione degli agricoltori.
Prossimi passi
Dopo l'approvazione del Parlamento, il Consiglio dovrebbe ora adottare il testo formalmente. Una volta pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'UE, gli Stati membri avranno 24 mesi per recepirla nella propria legislazione nazionale. Le nuove regole si applicheranno trenta mesi dopo l'entrata in vigore della direttiva.
Martedì 12 marzoe 2019/ PE/ Unione Europea.
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