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UE: richiesta agli Stati Membri per limitare l'antibioticoresistenza

Il Consiglio dell'Unione Europea invita gli Stati Membri ad attuare alcune misure nazionali contro la resistenza antimicrobica nel settore veterinario. Chiesto alla Commissione Europea di accelerare la revisione del Codice del Farmaco Veterinario. Focus sui CIA: i Critically Important Antibiotics.

24 Luglio 2012
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Il Consiglio dell'Unione Europea invita gli Stati Membri ad attuare alcune misure nazionali contro la resistenza antimicrobica nel settore veterinario. Chiesto alla Commissione Europea di accelerare la revisione del Codice del Farmaco Veterinario. Focus sui CIA: i Critically Important Antibiotics.

Le Conclusioni del Consiglio del 22 giugno 2012 sull'impatto della resistenza antimicrobica nel settore della salute umana e nel settore veterinario partono dall'esigenza di "adottare un approccio restrittivo nell'utilizzo sia umano sia veterinario dei CIA e degli antimicrobici di nuova concezione, con l'obiettivo futuro di riservare i CIA (Critically Important Antibiotics) il più possibile all'uso umano".
Le raccomandazioni, sotto forma di invito, sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Il Consiglio suddivide le azioni fra competenze in capo ai soli Stati Membri, alla sola Commissione Europea e ad entrambi, come effetto di iniziative congiunte.

Le iniziative richieste agli Stati Membri:
a) l'elaborazione ed attuazione di orientamenti nazionali sulla cura dell'uomo e degli animali con agenti antimicrobici che assicurino un utilizzo più prudente e pertanto una riduzione dei rischi di resistenza antimicrobica;
b) i prelievi di campioni clinici e l'utilizzo di test diagnostici in situ e di test di suscettibilità al fine di assicurare che i trattamenti antimicrobici siano fondati su diagnosi microbiologiche e test di suscettibilità e che garantiscano una capacità microbiologica sufficiente adattata in modo specifico all'utilizzo sia umano sia veterinario;
c) lo sviluppo e l'attuazione di orientamenti per la comunicazione e di programmi per l'istruzione e la formazione dei professionisti sull'utilizzo appropriato degli agenti antimicrobici e dei metodi per ridurre la trasmissione degli agenti patogeni, compreso il controllo delle infezioni e le misure igieniche sia nel settore della salute umana sia in quello veterinario;
d) l'attuazione della legislazione nazionale che proibisca ogni forma di vendita illegale di antimicrobici, comprese le vendite illegali tramite Internet, sia nel settore della salute umana sia in quello veterinario;
e) limitare l'utilizzo dei CIA ai casi in cui la diagnosi microbiologica ed i test di suscettibilità abbiano determinato l'inefficacia di qualsiasi altro tipo di antimicrobico. In casi acuti nell'ambito del trattamento delle infezioni negli esseri umani e negli animali, i CIA possono essere utilizzati inizialmente ove necessario, ma tale trattamento deve essere nuovamente valutato e se possibile reso più mirato a seconda dei risultati dei test;
f) limitare l'uso profilattico degli antimicrobici a casi con esigenze cliniche definite;
g) limitare la prescrizione e l'utilizzo di antimicrobici per il trattamento del bestiame ai casi in cui il veterinario abbia valutato l'esistenza di una chiara giustificazione clinica e, ove opportuno, epidemiologica per il trattamento di tutti gli animali;
h) incoraggiare incentivi a favore di sistemi di produzione e commercializzazione di animali che rispondano ad una logica di miglioramento continuo della salute degli animali, compresa la prevenzione delle malattie e il rafforzamento delle misure d'igiene, riducendo di conseguenza la necessità di antimicrobici;
i) garantire sistemi di controllo efficaci, sia nel settore della salute umana sia in quello veterinario, al fine di raccogliere dati tempestivi comparabili tra i settori e tra gli Stati membri sulla resistenza antimicrobica e sull'utilizzo degli agenti antimicrobici;
j) la trasmissione ai sistemi di sorveglianza di dati sulle prescrizioni e/o sulla vendita di tutti gli agenti antimicrobici per uso umano;
k) raccogliere i dati sulla vendita e l'utilizzo di antimicrobici negli animali;
l) porre in essere un meccanismo di coordinamento intersettoriale a livello nazionale che coinvolga le autorità ed i settori pertinenti per monitorare l'attuazione delle strategie o dei piani d'azione nazionali sull'utilizzo degli antimicrobici e sulla resistenza antimicrobica.

Fra le richieste in capo alla Commissione Europea, il Consiglio – oltre all'attuazione della sua comunicazione del 15 novembre 2011 "mediante iniziative concrete"- chiede di: accelerare il riesame della direttiva 90/167/CEE che stabilisce le condizioni di preparazione, immissione sul mercato ed utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità e della direttiva 2001/82/CE recante un codice comunitario relativo ai medicinali veterinari ( 2 ), tenendo in maggiore considerazione la resistenza antimicrobica, anche considerando che la prescrizione di medicinali veterinari antibiotici può essere effettuata unicamente da un veterinario;

Le azioni congiunte sollecitate a Stati Membri e Commissione prevedono fra le altre di limitare la prescrizione e l'utilizzo di antimicrobici per il trattamento del bestiame ai casi in cui il veterinario abbia valutato l'esistenza di una chiara giustificazione clinica e, ove opportuno, epidemiologica per il trattamento di tutti gli animali; elaborare un elenco specifico, degli antimicrobici considerati essenziali per trattare infezioni causate da organismi multiresistenti per i quali altri antimicrobici sono diventati inefficaci, nonché promuovere e svolgere attività di istruzione e orientamento rivolta ai professionisti dei settori sanitario e veterinario sulla limitazione dell'utilizzo di tali antimicrobici per gli esseri umani ed in particolare per gli animali. Il Consiglio chiede anche di invitare l'OMS e l'OIE a collaborare nell'aggiornamento dei rispettivi elenchi di CIA per il settore sanitario e veterinario.

23 luglio 2012/Italia/ANMVI. http://www.anmvioggi.it

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