L'EFSA ha pubblicato un rapporto sulla resistenza agli antibiotici : ceppi di Salmonella resistenti a più farmaci continuano a diffondersi in tutta Europa ed è stato rilevato in alcuni Stati membri una elevata resistenza alla ciprofloxacina in Campylobacter isolati da esseri umani e animali.
Principali risultati
Nella Salmonella è stata rilevata la resistenza ad antimicrobici spesso comunemente usati negli esseri umani e negli animali (soprattutto isolata da polli da carne e tacchini) e prodotti a base di carne. La resistenza ai farmaci è stata elevata (31,8% negli uomini, 56,0% nei polli da carne, tacchini e 73,0% al 37,9% in suini in accrescimento). Inoltre, la continua diffusione di cloni particolarmente resistente alle terapie multifarmaco rilevati negli esseri umani e animali (polli da carne, suini e bovini) è di forte preoccupazione.
In relazione al Campylobacter è stata rilevata la resistenza ad antimicrobici comunemente usati negli esseri umani e negli animali (soprattutto polli da carne, suini e bovini). Negli alimenti, la resistenza è stata rilevata nella carne di pollo. Resistenza alla Ciprofloxacina, antimicrobico critico, negli esseri umani è stato particolarmente elevato (il che significa che le opzioni di trattamento per le infezioni gravi dovute a questi batteri zoonotici, sono ridotte). Campylobacter jejuni in più della metà degli isolati da esseri umani e polli da carne (54,6% e 54,5% rispettivamente) erano resistenti, con il 35,8% nei bovini. Per due terzi C. coli isolati negli esseri umani e polli da carne erano resistenti (66,6% e 68,8%, rispettivamente) con il 31,1% degli isolati da suini.
Livelli di co-resistenza agli antimicrobici di fondamentale importanza in Salmonella erano bassi (negli esseri umani 0,2% 0,3% polli da carne e suini da ingrasso e tacchini 0% mentre in Campylobacter sono stati rilevati dei livelli generali da bassa a moderata negli animali (C. jejuni isolati da pollo e bestiame 0,5% e 1,1%, rispettivamente, in C. coli isolati da polli da carne e suini da ingrasso 12.3 % e il 19,5%, rispettivamente) e bassi livelli negli esseri umani (1,7% in C. jejuni e C. coli 4,1%).
Martedì 26 febbraio 2015/ EFSA/ Unione Europea.
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