La UK Business and Trade Commission esamina in dettaglio un possibile accordo veterinario tra l'Unione Europea e il Regno Unito, rispondendo alle richieste dei principali rappresentanti del settore come la British Veterinary Association, il British Poultry Council, il Chartered Institute of Environmental Health e la National Farmers Union.
Negli ultimi cinque mesi, gli esportatori britannici hanno lottato con la burocrazia post-Brexit e problemi al confine con l'UE. Dal 1° gennaio 2021, le aziende britanniche devono far fronte a nuovi requisiti per esportare nell'UE. Questi includono controlli sanitari e fitosanitari internazionali (SPS) che aumentano notevolmente la burocrazia, i costi e i tempi. Secondo l'Office for National Statistics, le esportazioni hanno visto un forte calo di 8,9 miliardi di sterline, raggiungendo i 137 miliardi di sterline nel primo trimestre del 2021.
L'SPS Certification Working Group, un gruppo intersettoriale sulla salute veterinaria e ambientale, nel suo nuovo rapporto "Minimizing SPS Friction in EU Trade" chiede al governo di aiutare a risolvere il grande impatto sul commercio attraverso un nuovo approccio:
- Migliorare i sistemi attuali per eliminare la burocrazia, ridurre tempi, errori e costi;
- Rivedere i requisiti di ispezione e certificazione;
- Negoziare una forma di mutuo accordo veterinario con l'UE che allevierebbe i problemi di commercio di mangimi e alimenti tra Regno Unito-UE e Regno Unito-Irlanda del Nord e dall'UE al Regno Unito quando i controlli sulle importazioni SPS entreranno in vigore nel 2022.
Giovedì 10 giugno 2021/ British Veterinary Association/ Regno Unito.
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