Per ovviare ai problemi relativi all’accessibilità delle banche dei tessuti, la XenoTherapeutics e l’Massachusetts General Hospital negli Stati Uniti hanno avviato una collaborazione per innestare su umani tessuti di suini vivi. Questi suini vengono modificati geneticamente con la rimozione di uno specifico gene che non è presente nell’uomo. Ciò permette alla pelle del suino di apparire meno “estranea” e dunque meno attaccabile dal sistema immunitario del paziente.
In questo primo xenotrapianto, i medici hanno posizionato sulla ferita ustionata del paziente un pezzo di pelle di suino da 5 × 5 cm affiancato da un pezzo di pelle da cadavere più grande. Dopo cinque giorni i medici hanno rimosso i pezzi di pelle scoprendo che entrambi gli innesti cutanei avevano aderito bene alla ferita sottostante e anzi mostravano di essere indistinguibili l’uno dall’altro. Ulteriori analisi non hanno mostrato presenza di retrovirus endogeni suini...
Venerdì, 11 ottobre 2019/USA. https://www.massgeneral.org/